Quali sono le caratteristiche delle organizzazioni capaci di fare la differenza e di guardare al futuro con fiducia, nonché con la consapevolezza di veder ritornare i propri sforzi e investimenti?
Allargare lo sguardo a quello che sta accadendo al mondo del lavoro a livello globale aiuta certamente i leader aziendali a farsi un’idea più chiara su come impostare le proprie strategie per il prossimo futuro, e la recente pubblicazione del sesto World of Work Trends Report da parte del Top Employers Institute – ente che con il suo programma di certificazione consente alle organizzazioni di valutare e migliorare l’ambiente di lavoro – appare essere un ottimo strumento per capire cosa stia succedendo, e come stiano reagendo proprio le aziende più preparate.
Quello che emerge con chiarezza dall’edizione 2023, condotta su un campione di oltre duemila aziende in tutto il mondo, Italia compresa, è che sono tre le priorità da tenere in conto. Tre esigenze che richiedono risposte chiare per poter implementare una corretta strategia di Gestione delle Risorse Umane.
Vediamo questi punti chiave cosa implicano nello specifico.
I dipendenti negli ultimi tempi stanno dimostrando di apprezzare trattamenti personalizzati e tagliati sulle loro singole esigenze. Dalla generica definizione di “Risorse Umane” si è ormai passati a considerare il singolo dipendente come riferimento di specifiche esigenze organizzative. Solo generando questo circolo virtuoso si può far leva sulla sfera motivazionale, che è componente fondamentale per il raggiungimento di alti livelli di performance.
La flessibilità del lavoro, in tutte le sue forme, è diventata un importante fattore di personalizzazione nelle organizzazioni vincenti, e i dati della ricerca confermano gli sforzi continui delle aziende nel rendere strutturale forme ibride o remote di lavoro. Le aziende prese a riferimento per le loro best practice non hanno più giorni fissi per svolgere il lavoro in ufficio o altrove, ma insieme al team di lavoro e al coordinatore scelgono la modalità più congeniale di volta in volta, con gli uffici che si adeguano e si trasformano per stare dietro a questo cambiamento culturale. I fari di questo cambiamento sono l’efficienza e la diminuzione dei livelli stress, con buona pace dei tanti italici sostenitori dell’ufficio a tutti i costi.
Insieme alla flessibilità, grande valore assumono la personalizzazione dei benefit e del welfare aziendale, nonché dei percorsi di carriera in azienda e delle attività formative. Perché appare sempre più chiaro come con la crescita del singolo cresca anche l’organizzazione.
Coloro che sono investiti della leadership, e la stessa organizzazione, devono saper ascoltare e cogliere per tempo i segnali che provengono dai loro collaboratori, in maniera continua e intenzionale. Non si tratta dunque solamente di allenare nuove capacità da parte dei leader, ma anche e soprattutto di predisporre gli strumenti adeguati perché la comunicazione avvenga in maniera fluida e strutturata. Un’organizzazione capace di ascoltare saprà creare una connessione più stretta con i suoi dipendenti. E questo favorirà l’impegno necessario per agire in modo rapido ed efficace nelle sfide che l’organizzazione dovrà senza dubbio affrontare.
Si sta via via rafforzando – fortunatamente aggiungiamo noi – una cultura della leadership basata sulla sollecitazione a dare e ricevere il feedback. Le organizzazioni che raggiungono i risultati migliori incoraggiano infatti i loro manager a raccogliere feedback da parte dei loro team circa le loro stesse prestazioni come leader, e insieme invitano i dipendenti a fornire spunti utili a far sì che coloro che sono investiti della leadership possano lavorare con fiducia e poter crescere e migliorare come leader.
La parola chiave in questo caso è: scopo. Lo scopo è di ispirazione perché definisce il motivo per cui l’organizzazione stessa esiste e quale voglia essere il suo impatto positivo rispetto ai collaboratori e a quello che la circonda. Per il 91% delle aziende che hanno preso parte al report, lo scopo dell’organizzazione risulta ben chiaro e definito, e in moltissimi casi anche inserito nella proposta di valore dell’azienda stessa (88% dei casi). Ciò nella maggior parte dei casi fa sì che anche i collaboratori si identifichino con lo scopo aziendale, che si sentano incoraggiati a riflettere sui propri obiettivi e sulla maniera migliore per allinearli con quelli dell’azienda.
L’impatto positivo come scopo si esplicita ovviamente anche nella capacità dell’azienda di risultare inclusiva e rispettosa delle diversità, considerando le persone che fanno parte dell’organizzazione unicamente per le loro capacità, al di là di qualsiasi possibile pregiudizio. Infine, ma non certo in ordine di importanza, si dà grande rilievo al concetto di sostenibilità, chiaramente al centro delle organizzazioni che vogliono avere un impatto positivo sul mondo. Le migliori organizzazioni sono quelle capaci di combinare una cultura orientata alla performance con la responsabilità sociale nella gestione quotidiana.
Rimanere competitivi significa non solo ottimizzare processi e prodotti, ma anche (e talvolta soprattutto) saper cogliere le nuove esigenze e adattare ad esse l’organizzazione.
Che, per la più facile delle rime baciate, è fatta di persone.
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