La Formazione delle Risorse Umane in azienda è, e non potrebbe essere altrimenti, uno degli elementi chiave per l’organizzazione, la produttività e il benessere aziendale, garanzia di crescita organica e vero e proprio investimento in sicurezza e innovazione. Ne riconoscono l’importanza anche le PMI, che stando ai dati del Welfare Index PMI 2020 prevedono iniziative di attività di formazione professionale nel 43,1% dei casi (non è rilevata la formazione obbligatoria), con un tasso in crescita continua negli ultimi anni.
Quando si parla di formazione è bene suddividere il discorso nei due rami che la compongono: quello della formazione obbligatoria, prevista dalla normativa vigente e imposta all’azienda, e quello della formazione facoltativa, o volontaria, che va invece a comprendere tutte quelle attività che predispongono un percorso di accrescimento di determinate competenze. E se da un lato la formazione prevista dalle normative è ineludibile, dall’altro quella volontaria appare strategica per poter garantire all’azienda maggiore competitività, garantendo nel contempo un maggior coinvolgimento delle risorse umane e un ritorno anche in termini di stimoli e disponibilità.
Per agevolare gli investimenti in quella che comunemente viene definita formazione continua – che consente cioè un aggiornamento costante delle proprie competenze – il Fondo Sociale Europeo, che ha proprio tra i suoi obiettivi quello di “investire in istruzione, competenze e apprendimento permanente” stanzia annualmente un budget dal quale le imprese possono attingere, così come è possibile ricevere formazione finanziata tramite i Fondi Interprofessionali o godere di benefici fiscali in determinate condizioni, come nel caso del Credito d’imposta formazione 4.0.
Come sempre accade, e non potrebbe essere altrimenti per la formazione professionale, la pianificazione dell’investimento consente di sfruttarne al meglio i benefici. Il processo iniziale di analisi delle dinamiche sulle quali si intenda incidere deve essere attento e rigoroso, così come va sviluppata una chiara visione dell’organizzazione e delle funzioni aziendali nel presente e nelle prospettive di crescita. Saper distribuire la formazione tra competenze specifiche tecniche e organizzative significa garantire la produttività anche in condizioni di emergenza, quando ad esempio venisse a mancare un elemento formato per maneggiare un determinato macchinario, e insieme mettere le risorse umane in condizione di svolgere i compiti assegnati in minor tempo. E, inutile dirlo, consente di sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle nuove soluzioni innovative, elemento strategico nel fare impresa contemporaneo. Se a tutto ciò aggiungiamo la componente psicologica e le ricadute positive del coinvolgimento delle risorse umane nel progetto aziendale di crescita, ecco che appare subito chiara l’ampiezza dello spettro dei vantaggi collegati all’investimento in formazione.
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